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In pellegrinaggio verso l’anima


Giulia Scandolara lettura dei tarocchi

«L'uomo moderno non ha bisogno solo di un nuovo orizzonte, ma di un nuovo sentiero.» Voglio iniziare a raccontarti Le mat, con le parole di Carl Gustav Jung, uno psichiatra che, quando si parla di archetipi e comprensione della natura umana, possiamo dire abbia davvero fatto la storia.


Le mat, l’arcano senza numero, è l’arcano che si avvia a compiere un cammino iniziatico, quel nuovo sentiero (alla ricerca della propria anima) citato dalle parole di Jung. Cosa significa per te fare come Le mat, e dunque incamminarti alla ricerca di te?


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L'Archetipo del pellegrino

Nella trama invisibile che unisce storia, mitologia e psicologia, il pellegrino occupa un posto profondamente simbolico e radicato.


Figura antichissima, il pellegrino si muove tra i mondi: lascia un luogo conosciuto e sicuro, per incamminarsi verso l'incerto. Le mat invita ciascuno e ciascuna di noi a fare proprio questo: incamminarsi verso l’ignoto, per incontrare i misteri della vita.


Nella fatica del viaggio, Le mat cerca, non solo una meta geografica, ma un significato, un rinnovamento, un nuovo senso di sé.

 

L'essere umano in cammino tra storia, psiche e spirito

Dalle vie medievali per Compostela fino ai deserti interiori tracciati nei racconti sapienziali di ogni religione, il pellegrinaggio è un rito di passaggio, un atto spirituale, prima che fisico. Ed è in questo senso, che dovremmo contemplare l’arcano di Le mat.


Il pellegrino Le mat si distingue dal viaggiatore comune. Non si muove nel mondo con la curiosità del turista, ma per necessità dell'anima.


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In viaggio verso l’individuazione di sé

Le sue soste sono sempre delle tappe interiori. Questo aspetto, per certi versi, lo rende affine all'archetipo dell'eroe descritto (anche) da Joseph Campbell. Soprattutto, lo avvicina all'immaginario junghiano che vede ogni persona intenta a maturare la propria individuazione.


Per individuazione si intende il processo attraverso cui l'essere umano si spoglia delle maschere sociali (le "personae") e scende nell'inconscio per recuperare parti perdute di sé, così da rimettersi al centro della propria esistenza.


Carl Gustav Jung scrive: «Chi guarda fuori, sogna; chi guarda dentro, si sveglia». Ha ragione da vendere.

 

Imparare a viaggiare dentro sé

Il pellegrino è colui che, costretto dalle inquietudini del vivere, inizia a guardare dentro. Le mat, l'arcano senza numero, incarna perfettamente questo principio: muoversi verso sé, a partire da dentro.


Non a caso, nella tradizione dei tarocchi, egli non ha una posizione fissa nel cammino degli arcani maggiori: può essere all'inizio o alla fine. O può sostare in ciascuna di quelle tappe che costituiscono il cammino di iniziazione e elevazione di sé, cammino composto dai restanti 21 arcani maggiori.


L’inizio del viaggio è per Le mat il suo compimento, a prescindere dalla meta. Le mat non deve per forza raggiungere un obiettivo.


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I pellegrini del Medioevo, e la viandanza

Nel Medioevo, i pellegrini erano riconoscibili per il bastone, la conchiglia di San Giacomo, e il sacchetto con cui erano soliti accompagnarsi, per avere con sé poche provviste.


Rappresentavano la rinuncia al superfluo, la tensione verso il sacro, ma anche l'esclusione dalla società stanziale, con le sue regole e le sue imposizioni.


Si poteva essere pellegrini per penitenza, per voto o per desiderio di illuminazione. Beh, il nostro Le mat porta con sé queste stesse energie. È l'uomo che ha lasciato tutto, che non appartiene più a nessun luogo, ma si muove col passo del cuore, verso un altrove che ancora non conosce.


Giulia Scandolara lettura dei tarocchi

In lui convergono i ruoli del pazzo e del mistico, dell'escluso e dell'iniziato. O iniziata! Perché Le mat incarna per eccellenza l’ermafrodito: l’essere che può risultare donna tanto quanto uomo.

 

Cosa ci invita a fare Le mat, quando compare in una lettura

Quando l'arcano de Le mat compare in una lettura, la sua voce è quella del vento che cambia direzione, del margine che si fa sentiero. È un invito a lasciar andare l'ancora, a mollare gli ormeggi del conosciuto per affidarsi a una corrente misteriosa, spesso irrazionale, ma profondamente trasformativa.


È essenziale chiarire però che, ogni comparsa di questo arcano, in sede di lettura, acquisisce uno specifico significato in base al contesto personale, al/la consultante, e in base alla domanda posta.


Le mat (come ogni arcano, minore o maggiore) non parla in assoluto, ma in relazione al momento, al quesito, e all'interiorità del consultante.


Dal valore universale, al dettaglio di significati, persona per persona

In alcuni casi, Le mat può invitare ad abbandonare una situazione stagnante, un luogo che non nutre più, un amore che non risuona.


In altri frangenti suggerisce un trasloco, non solo fisico ma anche esistenziale: urge cambiare lavoro, cambiare rotta, rivedere le proprie credenze.


Può anche indicare la necessità di uscire dalla comfort zone per cercare la propria anima nel mondo, un po' come nel mito di Inanna, Dea sumera che discende negli inferi per ritrovare il suo potere.


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I mille sensi di Le mat

A volte Le mat appare come un invito alla follia sacra, quella che si oppone alla razionalità sterile, per ascoltare il canto dell'intuizione. Altre volte, Le mat si presenta in lettura per dire: "Fidati del viaggio. Il fatto di non sapere dove stai andando, non significa che tu sia perduto".


Il suo zaino leggero e il suo passo libero ci insegnano che a volte occorre alleggerirsi, lasciare ciò che pesa, e ripartire senza troppe certezze. Lì, nel non sapere, si apre lo spazio della trasformazione.


Eppure, la comparsa di Le mat può anche rappresentare un rischio: quello dell'irresponsabilità, della fuga, della dispersione di energie.

 Ecco perché solo una lettura attenta e personalizzate, può discernere se il messaggio di questo arcano è un invito al coraggio o un monito a ritrovare la propria direzione.


Il messaggio di Le mat, quindi non è univoco, ma multiforme: dipende da chi è il camminatore o la camminatrice, da dove si trova e da quanto è disposto o disposta a perdersi per ritrovarsi.

 

Cosa ti direbbe Le mat, se potesse parlare?

Quello di far parlare gli arcani è un gioco (ripeto: gioco) che mi diverte parecchio. E allora adesso mi faccio da parte, e lascio parlare Le mat


«Se potessi parlarti, ti direi che la libertà non è comoda, ma è fonte di autenticità. Ti racconterei che il cammino non comincia quando sei pronto o pronta, ma quando l'anima non sopporta più il silenzio.

Ti direi che ho lasciato dietro di me tutto ciò che non era mio: le opinioni altrui, le aspettative, le mappe interiori, e anche un sacco di oggetti belli, ma poco funzionali.

Cammino come fossi privo e denudato della mia identità. Ma sono vestito di fede. Non ho certezze, ho fiducia nei processi e nelle leggi della vita. Non ho destinazione, bensì ho una direzione misteriosa, sigillata nel mio cuore. Ascolta le mie parole, e portale con te come un bastone lungo la strada.

Parti, anche se non sai dove andare. Non aspettare l'approvazione di chi non comprende la tua sete. Sappi che ogni addio è una nascita. Che la paura è solo il una soglia da attraversare, per accedere al sacro che in te riposa.

Ti direi che il primo passo è già il tuo traguardo, e che perdere è una forma di guadagno. La tua strada non esiste ancora: ma sappi che la costruirai camminando. Quindi, incamminati! E ricorda: è meglio essere derisi per aver osato, che lodati per aver obbedito. La follia è solo il nome che la ragione dà alla libertà. Ricordalo. E sappi che il tuo cuore conosce la rotta, anche quando la mente vacilla.

E così ti lascio, come io stesso faccio, con il passo incerto e l'anima accesa. Ricorda: ogni sentiero è sacro se lo percorri con verità. E ogni follia è una preghiera, se nasce dall'amore per la vita.»


Giulia Scandolara - Tarologa professionista, Gestalt e Art Counselor

 
 
 

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